IL VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI
Vitigno a bacca bianca tra i più importanti d’Italia, il Verdicchio di distingue per freschezza, sapidità, mineralità, persistenza aromatica e olfattiva, versatilità e capacità di invecchiamento. Di grande struttura e fragranza, offre espressioni al naso di frutta a polpa bianca e gialla, agrumi, fiori bianchi, mandorle, anice, erbe aromatiche. Fresco e sapido, ha un finale lunghissimo con la tipica nota di mandorla amara e una intensa scia minerale. Vino dalle grandi qualità e complessità, in grado di migliorare nel tempo.
Si abbina elegantemente con pesce e frutti di mare, carni bianche e cacciagione, formaggi, tartufo bianco e per la sua straordinaria versatilità, accompagna la grande cucina dall’aperitivo al dessert.
Il Verdicchio è presente sui colli della Valle Esina da tempi molto antichi e, nonostante fosse già conosciuto presso gli antichi romani, la prima testimonianza di un vino ricavato dalle sue uve risale al 410 d.C. quando la nostra penisola era attraversata da orde di barbari. In questo scenario, pare che Alarico, re dei Visigoti, diretto verso Roma con l’obiettivo di saccheggiarla, sia prima passato nella zona dei Castelli di Jesi per far scorta di barili dell’antenato dell’odierno Verdicchio perché nulla, a sua detta, donava ai suoi uomini una simile “sanitade et bellico vigor”.
Solo dalla metà dell’800 però, si può parlare di una vera e propria coltivazione e produzione di buon livello qualitativo ed è proprio in quel periodo che iniziarono i primi esperimenti di spumantizzazione delle uve Verdicchio ad opera di Ubaldo Rosi al quale va attribuito il merito di aver esportato Oltralpe vini Verdicchio di pregio. Dopo gli anni della fillossera, il rilancio avviene per mano di un gruppo di imprenditori negli anni ’50 del Novecento col debutto in bottiglia dal design ad anfora ideata dall’architetto Antonio Maiocchi che portò il Verdicchio alla popolarità. Oggi, la folkloristica forma ad anfora, ha lasciato il passo a bottiglie più importanti e moderne in linea con le esigenze del mercato nazionale e mondiale.
Il riconoscimento della D.O.C. del 26 Settembre 1968 di fatto sancì l’unicità di questo vino che oggi è il vino bianco fermo più premiato d’Italia. La Doc prevede che il Verdicchio dei Castelli di Jesi sia prodotto con uve Verdicchio coltivate nei 23 comuni della provincia di Ancona almeno all’85%. La tipologia Classico è riservata ai vini prodotti nella zona più antica quindi vocata e quella di Classico Superiore è ottenuto da vigneti in cui la resa delle uve per ettaro è inferiore.
Il Verdicchio è tra i pochissimi vini bianchi italiani ad avere anche la tipologia Riserva grazie alla sua straordinaria capacità di maturare e invecchiare raggiungendo complessità di aromi incredibili, tanto che nel 2010 ottenne il riconoscimento della D.O.C.G. Castelli di Jesi Verdicchio Riserva. La tipologia Spumante è una delle più antiche d’Italia grazie alle spumantizzazioni di Ubaldo Rosi a metà dell’800 e la versione Passito chiude in bellezza le tipologie di denominazione.